Nel mondo digitale, dove la fisicità sembra scomparire, i tessuti continuano ad avere un ruolo decisivo, ma sotto una forma diversa: non più da toccare, ma da simulare.
Oltre la fisicità: i materiali del mondo digitale
Nel mondo digitale, gli abiti non sono fatti di fibre, bensì di bit. Eppure, ogni indumento digitale necessita di: una texture, un peso visivo e un movimento coerente con un materiale reale.
Il linguaggio del tessile viene così tradotto in digitale, diventa un effetto da costruire con precisione, prendendo ispirazione dai materiali veri come la seta, la lana, il denim etc.
In questo processo, la competenza tessile diventa fondamentale anche per i designer digitali.
L’evoluzione degli abiti digitali
Gli abiti digitali stanno diventando un campo di sperimentazione per la moda: tra sfilate nel metaverso, NFT di abiti esclusivi e capsule collection virtuali, la cultura del tessile fa la differenza. Infatti, risulta importante conoscere come si comporterebbe un tessuto reale per renderlo credibile e riconoscibile nel digitale.
Sembra quasi un paradosso: più la moda si smaterializza, più il sapere materico prende campo. In questo asset, il tessile entra nell’universo digitale in tre diversi modi: ispirazione, realismo e innovazione. I pattern, le forme, i pesi e le trame si reinventano continuamente.
Tra artigianato e simulazione
In questo scenario si apre la porta per nuove figure professionali: esperti che coniugano conoscenza tessile, modellazione 3D e creatività digitale.
Non si tratta di una sostituzione, ma di un’espansione verso un nuovo campo espressivo, dove la manualità si traduce in codice e dove ogni pixel racconta una nuova trama.
Il tessile che si trasforma
Nel mondo digitale il tessile non perde di rilevanza, cambia forma. Proprio per questo, chi conosce la materia reale sarà sempre un passo avanti anche nel mondo virtuale. Perché anche dietro il più spettacolare degli abiti digitali, c’è sempre un’idea di tessuto.