La raccolta differenziata è una pratica entrata a far parte della nostra routine quotidiana. Ogni rifiuto ha la sua destinazione e la sua modalità di riciclo / smaltimento, e suddividendoli già in casa diamo un aiuto importante a chi dovrà gestirli in seguito. Ma molto spesso ci capita di avere dei rifiuti di tipo tessile e non sapere dove buttarli, stessa cosa capita anche alle aziende di tessuti. 

Da gennaio 2022 è entrato in vigore in Italia l’obbligo della raccolta differenziata anche per i rifiuti tessili, (come esplicato nel d.l. 116/2020), anticipando così la direttiva europea che partirà nel 2025. 

Una prospettiva propositiva che la penisola si è posta di rispettare per cercare di diminuire il proprio impatto ambientale. 

Cosa sono i rifiuti tessili?

Ma entriamo nel vivo del discorso, cosa sono esattamente i rifiuti tessili

Per prima cosa bisogna fare una distinzione tra: 

  • Rifiuti tessili domestici, rappresentati da abiti vecchi, lenzuola, asciugamani e tutto quello che è costituito di tessuto inutilizzabile; 
  • Rifiuti tessili industriali, che invece sono costituiti da parti o scampoli  di tessuto  non utilizzabili ai fini produttivi. 

Per smaltire i rifiuti tessili domestici esistono associazioni alle quali è possibile fare donazioni, oppure semplicemente si possono portare nelle campane per i rifiuti che si trovano per strada. 

Per gli scarti tessili industriali invece sarà necessario servirsi di associazioni  o aziende che si occupano proprio di questa operazione di smaltimento. 

I Textile Hubs

Per ottimizzare e perfezionare la rete di raccolta differenziata e gli impianti di riciclo, l’Unione Europea ha introdotto una serie di misure che se rispettate permettono di diventare Textile Hubs

Una delle prime province italiane che ha fatto domanda per diventare Textile Hubs è ovviamente la città di Prato. Questa zona, protagonista della scena tessile italiana da sempre, fin dal 1800 si impegna nell’utilizzare cardato riciclato e nel dare una nuova vita agli scarti tessili. Prato sta quindi valutando la possibilità di accedere a questo strumento con lo scopo di arrivare a recuperare il 100% degli scarti tessili che produce. 

Un modo per non creare nuovi tessuti ma dare vita ad un ciclo di autoproduzione praticamente senza fine. 

Dal rifiuto al nuovo tessuto

Con il ritmo veloce e frenetico che segue la moda in questo periodo occorre ripartire dalle basi, e riorganizzare tutto il settore tessile, cercando di produrre tessuti riciclati o composti da materiali non nocivi per l’ambiente. 

Un obiettivo molto sentito nella città di Prato, e che noi di Emmetex portiamo avanti con orgoglio per dimostrare che si possono creare tessuti di alta qualità impiegando esclusivamente materiali riciclati.